BIO:



L'incontro con l'arte risale alla mia infanzia: uno zio appassionato collezionista, un padre altrettanto seppure non allo stesso livello, e uno zio gallerista, hanno fatto si che abbia potuto respirare arte contemporanea da sempre.


Gli anni londinesi (1998/2007) mi hanno avvicinato, anche in senso fisico, ai capolavori della arte, quella "classica" della National Gallery e quella moderna e contemporanea della Tate. Poter arrivare quasi a respirare certe pitture, poter andare cosi' vicino a certi quadri... un emozione impagabile: Mark Rothko sosteneva che per poter entrare in sintonia con il suo lavoro ci si dovesse avvicinare al punti che l'opera copriva tutto il campo visivo e includeva l'orizonte. Poterlo fare per me ha significato entrare nella pittura di Rothko e di altri pittori al punto di poter dire che "ok, ho capito, ora posso passare a altro." Il tempo ha portato con se oltre al rischio, l'affinamento della tecnica e la metodicità' del lavoro artistico.


Dopo una certa preparazione e con l'aiuto fondamentale di Anna Orlando, storico dell'arte, ho sconfitto la mia ritrosia a affrontare il pubblico e sono cominciate le mostre, sempre su scala locale ma con qualche successo.